Per la rassegna del giovedì "Aggiungi un posto a tavola", all’Osteria Barabba c’era Carlo De Bei, chitarrista, cantante e compositore originario di Chioggia, noto per le sue collaborazioni con artisti di spicco come Mango e i Matia Bazar.

Il fulcro della serata è stato l’album "Garbin", una scelta stilistica particolare in quanto interamente cantato in dialetto chioggiotto. L’accompagnamento musicale è stato essenziale, concentrandosi principalmente sulle sonorità della chitarra. A tavola, insieme a Carlo De Bei, si sono aggiunti come di consuetudine altri musicisti con i loro strumenti o con la loro voce, come Claudio Bertolin (chitarra, armonica, voce), Stefano Santangelo (mandolino), Alice Violato (voce).

Il titolo dell’album, "Garbin", si riferisce al nome che nella laguna veneziana viene dato al vento di Libeccio, un vento tradizionalmente non favorevole alla pesca. Questa immagine del vento è stata presentata come una metafora del nostro tempo, con le sue incertezze.

Musicalmente, la serata ha offerto un’atmosfera che può essere descritta come un incontro tra il blues e il folk. Questo riflette anche il contesto culturale di Chioggia, una città con radici nel blues e influenze che vanno da Bob Dylan al punk.

I testi delle canzoni, interamente originali di Carlo De Bei, hanno toccato temi di vita vissuta, sofferenze e riflessioni sul mondo contemporaneo, il tutto espresso attraverso la vivacità del dialetto chioggiotto. L’uso del dialetto ha conferito ai brani un senso di autenticità e un legame profondo con il territorio d’origine. In alcuni momenti, le sonorità hanno ricordato atmosfere blues più tradizionali.

01. Un altro giorno
02. Cortelo
03. Soraman
04. No xe pianzare
05. Messo in parte
06. La luna che cascheva
07. Garbin
08. Se ciavemo l’istà
09. Quelo che me serve
10. Dame i schei indrio
11. Un altro giorno
12. Cortelo
13. Messo in parte
14. Quelo che me serve

Dal mio report su Sound36 Magazine di Cultura, Arte e Spettacolo
https://www.sound36.com/carlo-de-bei-osteria-barabba-padova/

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